Progetto di inertizzazione amianto in Valsalmoggia

In queste settimane è emerso agli onori delle cronache il Progetto Valsamoggia, proposto da Unirecuperi (principale società di UNIECO HOLDING AMBIENTE) di Reggio Emilia.

Il progetto si inserisce nel Piano Amianto della Regione Emilia-Romagna e prevede la realizzazione di un impianto sperimentale per l’inertizzazione dell’amianto oltre ad una discarica dedicata prevalentemente a gestire rifiuti e rifiuti speciali contenenti amianto, nel bacino calanchivo del Rio Vulpazza, lungo la via Rio d’Orzo, nel territorio comunale di Valsamoggia, al confine con Savignano sul Panaro, in una zona calanchiva.

I rifiuti conferiti all’impianto saranno collocati in discarica tenendo conto delle loro caratteristiche geotecniche come si legge dal progetto pubblicato sul sito del Comune di Savignano sul Panaro

 

In termini quantitativi è previsto di smaltire nella discarica le tre tipologie di rifiuto nelle percentuali volumetriche di seguito indicate:

– Rifiuti Tipo A: circa 32% della capacità di stoccaggio complessiva

– Rifiuti Tipo B: circa 34% della capacità di stoccaggio complessiva

– Rifiuti Tipo C (RCA): circa 34% della capacità di stoccaggio complessiva

 

Prendiamo questo caso, su cui si sono scatenate vive proteste da parte dei cittadini e delle amministrazioni locali (all’unanimità di colore politico), come riflessione su un aspetto fondamentale rispetto al tema dello smaltimento dell’amianto.

I rifiuti di cemento amianto costituiscono, dopo i rifiuti urbani, la tipologia più voluminosa esistente nel nostro paese e sicuramente la tipologia di quantità maggiore tra i rifiuti pericolosi.

Oggi gli impianti esistenti sono in fase di esaurimento e la maggior parte dell’amianto proveniente dalle bonifiche, viene smaltito in altre regioni o all’estero.

Si parla di trattamenti di inertizzazione con metodi chimico-fisici, che sono trattamenti che portano alla formazione di materiali recuperabili che non hanno più le caratteristiche cristallochimiche e morfologiche dell’amianto e che ne annullano la pericolosità.

Tali trattamenti, se adeguatamente realizzati, permettono di evitare il conferimento in discarica ed il riutilizzo del rifiuto trattato.

Oggi però si intravedono ancora problemi rispetto allo sviluppo dell’inertizzazione dell’amianto legati a:

  • costi, ancora molto elevati
  • non sono ancora stati pubblicati i decreti attuativi rispetto al D.M. 29 luglio 2004, n. 248 (“Trattamenti che modificano completamente la struttura cristallo-chimica dell’amianto”)