Materiali contenenti amianto: dove trovarli ancora oggi

Un testo con un titolo del genere può generare una sola domanda: perché?

Serve ancora parlare di amianto e MCA?

L’asbesto e i suoi derivati sono stati protagonisti di decenni di utilizzo entusiastico e intensivo. Si potevano trovare in migliaia di oggetti, anche di uso domestico.

Ma più di un utente potrebbe farci notare che l’amianto è stato bandito in Italia nel 1992, il che significa che ci sono stati più di trent’anni per raggiungere un completo ricambio dei prodotti.

Quante probabilità ci sono oggi, nel 2023, di entrare in possesso della vecchia casa della nonna e trovare ancora il vecchio forno, la vecchia stufa, e il vecchio ferro da stiro acquistati negli anni ‘80 e tenuti per la forza dell’abitudine e la percezione di maggiore qualità che offrivano?

In effetti è una storia poco plausibile e che fa quasi sorridere.

Proviamo allora con qualcosa di diverso.

Immagina di aver acquistato un terreno e di dover scavare per costruire le fondamenta di una casa nuova. Oppure di avere un fazzoletto di terra e voler iniziare una coltivazione casalinga, in un momento nel quale tutti vogliamo mangiare più sano ma uscire dal supermercato con il carrello pieno sta diventando una sfida.

Ora, il fatto che l’amianto sia stato e venga tuttora smantellato e/o seppellito abusivamente non è un segreto per nessuno.

E la probabilità che i vecchi prodotti contenenti amianto siano, nell’arco di trent’anni, diventati parte di un cumulo di rifiuti pericolosi occultati è purtroppo molto alta.

L’amianto è più attuale che mai e, perciò, conoscere gli MCA è uno strumento essenziale di prevenzione e difesa personale.

 

Dove è stato utilizzato l’amianto in passato?

Il fatto che un materiale cancerogeno fosse un mille usi più uno dell’industria può stupirci soltanto se guardiamo la faccenda con occhi moderni.

Se prendiamo per buono il punto di vista degli utilizzatori l’asbesto era abbondante ed economico, un materiale resistente, ignifugo, isolante, e che poteva addirittura essere filato.

Facendo una stima, si calcola che all’inizio degli anni ‘90 fossero in vendita circa 3000 diversi prodotti che avevano dell’asbesto all’interno.

Per darti un’idea, ecco una lista di MCA e manufatti acquistabili prima che l’amianto andasse in pensionamento forzato.

 

Amianto per uso casalingo

  • come anticipato all’inizio dell’articolo, in elettrodomestici come ferri da stiro, forni, stufe, asciugacapelli;
  • nei teli da stiro, nelle prese e nei guanti da forno;
  • in tendaggi e tappezzerie.

 

 Amianto in edilizia

  • nelle coperture, sotto forma di lastre ondulate o piane in cemento-amianto
  • nei pavimenti in vinil-amianto;
  • per realizzare coibentazioni, o isolamento, delle tubature;
  • sotto forma di intonaci applicati a spruzzo o a cazzuola con funzione antincendio, anticondensa e di isolamento;
  • nelle canne fumarie;
  • nei pannelli isolanti;
  • sotto forma di impasto gessoso, oppure di feltri o nastri usati per rivestire tubi e caldaie;
  • nei serbatoi e nelle condotte per l’acqua.

 

Amianto nell’industria

  • era principalmente una materia prima;
  • un isolante termico negli impianti, sia ad alta che a bassa temperatura;
  • veniva impiegato come materiale fonoassorbente;
  • come isolante e barriera antifiamma nelle condotte per impianti elettrici.

 

Amianto nei trasporti

  • nei freni e nelle frizioni dei mezzi;
  • nelle guarnizioni;
  • come rivestimento isolante per treni, autobus e navi.

 

Altri usi dell’amianto

  • nei tessuti per l’imballaggio;
  • per tessuti d’abbigliamento come feltri per cappelli, cachemire sintetico, coperte, grembiuli, giacche, stivali, suole interne delle scarpe;
  • in vari tipi di filtri, come quelli usati per purificare l’acqua o i filtri delle sigarette;
  • in adesivi e collanti.

 

Ho trovato degli MCA nella mia proprietà. Che fare?

Che tu abbia la certezza – come nel caso delle coperture in eternit – o anche solo il sospetto di avere a che fare con l’amianto, devi resistere alla tentazione del fai-da-te.

Si tratta, infatti, di un nemico insidioso: l’asbesto si sfalda in fibre microscopiche che contaminano l’aria, l’acqua, il terreno e si infilano negli interstizi di abiti e scarpe, causando grossi danni alla salute delle persone, anche se agisci con le migliori intenzioni.

La cosa migliore è contare su tecnici autorizzati a smantellare l’amianto.

È compito degli esperti impostare una strategia di bonifica che deve tener conto dello stato di degradazione degli MCA e del contesto in cui si trovano: fare, insomma, una valutazione del rischio, argomento che abbiamo approfondito in questo articolo.

 

Quanto costa rimuovere l’amianto?

Il problema più pressante, per chi decide di ignorare temporaneamente la questione dell’amianto o per chi vorrebbe provare a rimuoverlo in autonomia, è il costo della bonifica.

Non si può negare che la rimozione dell’amianto sia un grosso investimento per una famiglia. Per questa ragione, è meglio essere cauti quando si cerca un’azienda per svolgere il lavoro.

Diffida di chi fissa un prezzo univoco per la bonifica. In questo campo non esistono due situazioni uguali, perciò ogni caso richiede una valutazione e una soluzione personalizzata in accordo con la legge.

Questo vuol dire che un professionista serio ti consiglia la rimozione solo quando è strettamente necessaria, optando per opzioni più soft come incapsulamentoconfinamento quando il rischio per la salute è inferiore.

In secondo luogo, il nostro consiglio è di scegliere esperti ben informati su tutti gli incentivi che possono farti risparmiare.

Per esempio, al momento esiste ancora il bonus Eternit del 50%, che permette di usufruire di una detrazione fiscale sulle spese (pari a un massimo di 96.000 euro) relative ai lavori di smaltimento.

 

Per la bonifica e lo smaltimento del tuo amianto, scegli chi personalizza il tuo caso e ti protegge contro le fibre invisibili.

Contatta noi di Eneredil per il tuo preventivo gratuito.